
uscire dalla crisi chi non comunica rischia di scomparire

Uscire dalla crisi? Chi non comunica rischia di scomparire
Uscire dalla crisi?
L’asset strategico per le aziende si concretizza nella reputazione web del brand
Fabrizio Cataldi, fondatore della società Comunicazione Italiana, afferma:
“Diffondere una vera e propria cultura della comunicazione, in un periodo storico nel quale una buona comunicazione risulta tra le strategie vincenti utili a dare una spinta decisiva alla ripresa economica,
oltre a essere la leva fondamentale attraverso la quale si esprimono gli stili e i valori delle diverse realtà che compongono la società moderna”.
Il ruolo strategico della comunicazione è riconosciuto (fonte dati: Istituto Pierpaoli) dal 61% degli italiani.
Da tali dati emerge, inoltre, che le priorità sulle quali investire nella comunicazione sono i valori e la cultura e che la “web reputation” delle aziende è importante per il 77%.
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Nove italiani su dieci ritengono molto importante che la comunicazione di aziende ed istituzioni sia affidata ai professionisti del settore.
Fiorella Passoni, AD di Edelman Italia, dice: “Se un tempo le aziende si basavano sulla solidità economica per ricevere la fiducia del pubblico,
oggi la reputazione si basa su elementi più ampi e complessi: siamo passati da un era in cui il comunicatore era uno, e si rivolgeva alla massa, ad una in cui diversi influenzatori si ascoltano reciprocamente contribuendo a costruire la reputazione”.
“Per poter comunicare in maniera efficace” – prosegue Passoni – “bisogna saper ascoltare e coinvolgere i diversi pubblici in tutti i processi e gli aspetti della comunicazione”.
L’Italia (da una indagine di StrategyOne) è il primo paese europeo per l’attenzione riposta sul brand:
oltre il 45% degli italiani considera fondamentale la reputazione dell’azienda al momento dell’acquisto.
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Pubblicità su Social Network: investire e comunicare attraverso i New Media (facebook Linkedin Instagram, youtube)
Ecco uno dei punti di partenza per arginare la crisi
In apertura dell’articolo vorrei introdurre brevemente come, negli ultimi anni,
sia radicalmente mutato l’iter informativo del consumatore nella scelta di un prodotto/servizio (e conseguente acquisto):
1995-2003 → Io, standard consumer, guardo la pubblicità in televisione e sui giornali, qualche occhiata a manifesti e poster.
Sento in giro tra amici e colleghi, poi entro in qualche negozio, osservo i prodotti ed infine, quasi sicuramente, ne acquisto un paio simili per “provare”;
i punti chiave su cui si è basata la mia scelta sono: alto valore emotivo della marca, pubblicità televisiva ben realizzata, packaging (confezione/presentazione) del prodotto che colpisce.
2003-2008 → Le prime informazioni sul prodotto vengono da me recepite come nel punto 1.
Poi cerco su internet: navigo attraverso i siti dei brand ed i portali che possono fornirmi una recensione sul prodotto testato.
Infine, se la mia ricerca ha esito positivo, mi informo on-line sul punto vendita più vicino a me e vado in negozio ad acquistarlo;
i punti chiave su cui si è basata la mia scelta sono: valore della marca, penetrazione on-line del brand, qualità/prezzo del prodotto riversata attraverso la comunicazione in rete.
2008-2011 → I miei movimenti sono simili a quelli descritti nel punto 2, però non mi accontento:
allora cerco su blog, forum e social network, ambienti dinamici di discussione, e mi informo sul prodotto,
sull’azienda che vi è alle spalle, sulla durata, sull’affidabilità, sulle eventuali modalità di utilizzo.
In pochissimo tempo sono in possesso di un volume di informazioni tale che il mio eventuale acquisto si rivelerà come da aspettativa al 99,99%
!! Probabilmente acquisterò on-line e sarò sicuro di aver deciso per un prodotto affidabile, da un produttore affidabile ad un ottimo rapporto di qualità/prezzo.
Mercato degli acquisti on-line in crescita
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In Italia più fiducia verso il commercio elettronico: ecco i motivi
In merito all’articolo “Misure anti-crisi: ecco l’e-commerce“, oggi vorrei brevemente spiegare i motivi per cui finalmente anche in Italia il mercato degli acquisti on-line registra una forte crescita.
La rete si sta trasformando da “calderone informativo” a valido strumento commerciale,
strumento attraverso il quale le aziende possono rivolgersi rapidamente ad un bacino di utenza “senza limiti“.
L’e-commerce progredisce esponenzialmente:
la performance dei portali di vendita on-line, attraverso l’uso di nuove tecniche di web-marketing,
associate a strutture e layout sempre più intuitive, ha progressivamente incrementato la domanda (utenti internet).
I punti di forza del commercio elettronico risultano quindi essere molteplici:
prezzi più competitivi rispetto alla tradizionale vendita in negozio: ciò a causa dei costi di gestione contenuti, in termini di personale, locali e investimenti pubblicitari;
24 ore su 24, 7 giorni su 7, il negozio virtuale non chiude mai rimanendo accessibile a qualsiasi utente senza limitazioni orarie;
comodo, facile, veloce: scegli la merce da casa, la acquisti da casa, paghi da casa e ricevi ciò che hai ordinato direttamente a casa! …
e tutto questo con pochi semplici ed intuitivi passaggi;
la fiducia ha sempre rappresentato il vero ostacolo al boom che il potenziale racchiuso nel sistema di commercio elettronico potrebbe sprigionare,
ma l’attuale trend è incedibilmente confortante: grazie all’uso di linee più sicure e di siti di vendita on-line sempre più trasparenti ed affidabili,
l’italiano che naviga in rete riesce a fidelizzarsi verso il “negozio virtuale” (in termini di visite ed acquisti) garantendo al gestore feedback positivi già in pochi mesi.
Chissà quindi che la ripresa economica non possa partire proprio dal mercato generato attraverso il commercio elettronico.
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